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Perché non firmo “Ora basta”

Perché non firmo “Ora basta”.

Luisa Muraro

24 gennaio 2010

Lettera aperta a una giovane amica di Luisa Muraro

Cara Anna L., mi inviti a firmare l’appello lanciato alle donne dalla direttrice dell’Unità per dire basta con questo capo del governo. Non lo firmo per due ragioni principali.
Per cominciare, sono molto critica verso la separazione fatta da Concita De Gregorio fra quelle che non si prostituiscono, alle quali lei si rivolge, e quelle che si prostituiscono, escluse da ogni considerazione. Io sono impegnata politicamente per la libertà femminile e lotto contro ciò che la ostacola: la ostacolano gli uomini che usano i loro tanti soldi per ridurre il corpo femminile a merce; ma le donne che vanno a questo mercato, io sostengo, hanno una soggettività che non mettono in vendita e perciò vanno prese in considerazione. Altrimenti, dalla politica si scade nel moralismo. Continued…

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Il diritto e il rovescio di una mobilitazione

da il Manifesto 04-02-2011

Ida Dominijanni

Sciarpe e coccarde bianche a Montecitorio sui banchi dell’opposizione, mentre un’aula senza dignità respinge al mittente, con l’ennesima maggioranza risicata e blindata, la richiesta della procura di Milano. Quel bianco delle coccarde e delle sciarpe, già usato nella manifestazione del 29 a Milano, è un segno di lutto: il lutto per la dignità delle donne offesa e ferita dal Berlusconi-gate. Si potrebbe legittimamente esibire, al contrario, un segno di festa: senza le parole e l’esposizione di alcune donne – da Veronica Lario in poi, inutile rifare l’elenco – e di altre donne che fin da subito le hanno sostenute, il Berlusconi-gate non sarebbe mai scoppiato. Senza il «tradimento» e il racconto di alcune testimoni, l’inchiesta di Ilda Bocassini – che è una donna – e dei magistrati di Milano non starebbe in piedi. E dunque: è proprio la dignità delle donne la vittima numero uno del Berlusconi gate? E’ proprio alla vittimizzazione delle donne che il discorso sulle donne deve ineluttabilmente portare?

Sono le due domande principali su cui ruota il dibattito femminista sulla mobilitazione femminile del 13 prossimo, promossa dai media mainstream con gran dispendio di testimonial e spot – siamo pur sempre dentro la cultura dell’immagine, anche quando ci si mobilita contro l’immagine dominante del corpo femminile – ma poco riguardo alle articolazioni del discorso. Che bisogna dunque andare a scovare in rete, nei siti e nelle testate su cui il tanto deprecato «silenzio delle donne» non c’è mai stato: «mai state zitte», ricorda ingenere.it. Continued…

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13 febbraio, Milano: Indecorose e libere!

MILANO, 13 FEBBRAIO 2011 scendiamo in piazza perchè ne abbiamo abbastanza del distinguo patriarcale tra “donne perbene” e “donne perdute”.
Se non era quando? Sempre, diciamo noi!

L’appello delle compagne di Milano
Concentramento dalle ore 13.30 in Largo Cairoli vicino allo striscione INDECOROSE E LIBERE

L’appello:

Il 13 febbraio scendiamo in piazza:

Perchè ne abbiamo abbastanza del distinguo patriarcale tra ‘donne perbene’ e ‘donne perdute’

Perchè ne abbiamo abbastanza delle donne ‘perbene’ dimentiche che è proprio l’esistenza, in ogni società di classe, di una ‘casta di donne perdute’ che permette loro di essere considerate perbene ed essere trattate con maggior riguardo. Dimentiche che, nella condizione di vita della prostituta, anche di alto rango, si riassumono tutti i simboli della schiavitù femminile Continued…

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SIAMO PUTTANE, SIAMO ANTIRAZZISTE E SIAMO ANTIFASCISTE!

da figlie femmine

SIAMO PUTTANE, SIAMO ANTIRAZZISTE E SIAMO ANTIFASCISTE!

Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci si appella a donne “silenti”, non alle prostitute, definite esplicitamente minoranza,  perchè Concita afferma che è “a tutte le altre donne che mi rivolgo (…) Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche”.

Dunque dovrei riconoscermi nell’identità sociale donna in quanto appartenente a legami famigliari matrilineari? Ma che analisi è questa? Dobbiamo essere per forza figlie? O madri? o nonne? Dobbiamo essere per forza eteronormate? Dobbiamo essere per forza eterosessuali che vivono in una famiglia? Dobbiamo essere per forza angeli del focolare che… si indignano secondo una morale “figlia di un tempo”? Ecco l’appello alla sorellanza che si rivela sessista, eteronormativo, elitista (nessuna distinzione di classe se sei mamma, nonna, figlia) – destra&sinistra, madò che qualunquismo. E nemmeno è tanto radicale, l’appello, da nominarla, la “sorellanza”, poiché significherebbe dare visibilità a un concetto pericoloso per lo status quo e aprire un dibattito su cosa significa, e quali sono i suoi limiti teorici e pratici. Cara Concita, pare non ti renda conto che non stai parlando a una massa informe. L’Italia (per quel che può significare una “nazione”) è percorsa dai movimenti più attivi d’europa, femministi, lesbici, queer, precari, migranti, antifascisti, anticlericali, anarchici, vegani. Con una storia così intensa, che è un peccato non conoscerla. Come si può credere e reiterare l’idea del “silenzio”? Nessuna sta in silenzio da anni, decenni. Nessuna tace ogni giorno della propria vita, individualmente e collettivamente. Continued…

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Donne perbene e donne permale

da Femminismo a Sud

Le prostitute sono donne reali. Di sicuro non sono donne di fantasia. Soffrono uguale. Godono uguale. Vivono, respirano, scaccolano e scorreggiano anche. Però vendono il corpo invece che i pensieri, le braccia, i piedi, il cervello.

La divisione tra donne perbene e donne permale è abbastanza fascista infatti non a caso questa deriva moralistica ha avuto inizio con gli interventi fintamente antisessisti dello spezzone finiano del piddielle ora diventato futuro e libertà. Quelle del pd stanno in coda e i maschi intellettuali forcaioli sfogano attraverso queste vicende tutto l’astio contro un solo uomo, berlusconi, che sicuramente non è un santo ma certamente non è il centro del problema.

Le femmine puttane e un uomo solo il puttaniere? Tolti quelli abbiamo risolto il problema?

E che dire delle affermazioni di principio di alcune donne che in questi giorni fanno dichiarazioni indignate di presa di distanza da quelle donnacce lì, con la stessa faccia schifata che farebbero quando c’è da prendere le distanze da quelli che definirebbero “facinorosi” manifestanti di piazza.

Il mondo diviso in buoni e cattivi. Le donne divise in sante e puttane. La semplificazione estrema. Nessuna complessità. Nessuna corresponsabilità. Nessuna complicità. Nessuna solidarietà. Nessuna differenza tra puttana e puttaniere. Schematizzazioni binarie di chi ha poca voglia di pensare al senso della vita. La propria e quella altrui. La necessità di porsi un gradino più su legittimando quei moralismi ecclesiastici che ci attribuiscono il bollino della affidabilità solo se siamo morigerate, vestite come la binetti, con tanto di cilicio e pronte a sfornare figli ogni volta che starnutisce il papa. Continued…

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21 gennaio comunicato stampa: Noi prostitute, sex workers, escort

da lucciole online

Abbiamo scelto in questi giorni di non intervenire nel circo della “mediatizzazione” del lavoro della procura milanese sulle indagini che riguardano fatti di prostituzione e concussione ascrivibili a note persone della politica, del giornalismo e dell’imprenditoria dello spettacolo. Non crediamo che sia di aiuto all’accertamento della verità  esagerare con il clamore ne a farne capire la gravità.

Oggi però ancora una volta siamo a constatare che le giovani donne sentite come persone informate sui fatti, coinvolte in modo diverso nell’inchiesta, sono usate ed esposte sui media con grave pregiudizio della loro reputazione. Alcune certamente ci stanno per farsi pubblicità  ma altre non desiderano questo tipo di popolarità e ne sono certamente ferite e umiliate.

La loro reputazione e le loro vite non saranno più le stesse, questo in futuro potrà pregiudicare il loro lavoro ed emarginarle anche socialmente.

Il primo effetto si è già visto con lo sfratto che hanno avuto quelle che abitano a via Olgettina.

Vergognosa e senza scrupoli l’indignazione dei condomini che non esitano nel buttarle in strada ma che magari non si indignano verso chi questo sistema ingiusto e corruttore di accesso al lavoro nello spettacolo lo ha messo in piedi. Continued…

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Quale mobilitazione viene chiesta alle donne?

da Collettiva Femminista Sassari

I numerosi appelli alla mobilitazione delle donne, di tutte le donne, che ascoltiamo in questi giorni risultano francamente fastidiosi e fuori luogo. Questi inviti alla partecipazione suonano come una richiesta inaccettabile, da un lato perché rifiutiamo di adeguare i tempi e i modi della nostra politica alle regole degli schieramenti partitici e dell’audience televisiva – che peraltro si somigliano sempre di più e sempre più pericolosamente; dall’altro lato, questi appelli, soprattutto da parte della politica  maschile (e maschile è in genere la politica dei partiti, anche quando le donne ne sono attrici), mettono a tema la questione della mancata e mancante partecipazione delle donne alla politica. In realtà le donne fanno politica da molti anni, e la fanno attraverso i movimenti, le associazioni, i collettivi e i comitati, e anche singolarmente. Continued…

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Genere, composizione di classe e frattura generazionale. Riflessioni a margine del “caso Ruby”

da UniNomadE 2.0

di ALESSANDRA GRIBALDO e GIOVANNA ZAPPERI

Condividiamo la rabbia e la frustrazione di tutte coloro che si sentono offese dal comportamento del presidente del consiglio italiano. Ma non siamo stupite, perché negli scenari sessuali che stanno emergendo dalle indagini del cosiddetto caso Ruby (forse meglio sarebbe chiamarlo caso Silvio) non c’è niente di veramente sorprendente. Siamo cresciute con l’immagine onnipresente di infermiere e poliziotte più o meno discinte che popolano le televisioni italiane, riflesso di fantasie erotiche forse banali e vagamente patetiche, ma senz’altro condivise, riflesso di un’immagine femminile pre-liberazione sessuale forgiata in un contesto storico di estrema polarizzazione della differenza di genere. Un immaginario che corrisponde forse a quella generazione di settantenni  passati indenni attraverso la rivoluzione sessuale degli anni sessanta e settanta, ma che difficilmente può essere condiviso dalle tante giovani a cui è imposto di identificarsi con quei modelli.

In questo contesto, va anche ricordato e ripetuto che l’erotizzazione dei rapporti di potere non è un imbarazzante fenomeno laterale del suo esercizio, ma sua vera e propria fondazione rimossa e in quanto tale da tenere nascosta. La visibilità dello scambio sesso-potere non fa che indebolire il potere, come appare chiaramente da qualche mese a questa parte. Continued…

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SENZA STUPORE: ECCEZIONE E NORMA AI TEMPI DI ARCORE

«Lo stupore perché le cose che noi viviamo sono “ancora” possibili nel ventesimo secolo non è filosofico. Non sta all’inizio di alcuna conoscenza, se non di questa: che l’idea di storia da cui deriva non è sostenibile».
Walter Benjamin, 1940.
Con queste parole, Walter Benjamin impartiva una lezione di metodo critico che continua a valere: quando di fronte ad accadimenti politici ci si appella all’eccezione – oppure ci si indigna denunciando un regresso rispetto a una presunta norma di civiltà – ciò significa semplicemente che non si è capito nulla o non abbastanza, che non si dispone di strumenti adatti a comprendere il proprio tempo. A partire da questa considerazione – assunta come strategia metodologica – è possibile costruire una riflessione sugli scandali sessuali che hanno scosso la cronaca italiana delle ultime settimane, cercando di sottrarsi sia alla trappola del cinismo che a quella del moralismo. Continued…

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INDECOROSE E LIBERE! APPELLO VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 13 FEBBRAIO «

INDECOROSE E LIBERE! APPELLO VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 13 FEBBRAIO

7 febbraio 2011 di ulisse59

In questa fase di profonda crisi, politica ed economica, il tema della sessualità assume una nuova centralità; in questo contesto il ruolo delle donne viene nuovamente determinato e strumentalizzato da dinamiche di potere e ordini discorsivi ideologici e tradizionalisti.

Sicuramente da tempo c’è bisogno di una mobilitazione di donne contro il governo e il suo premier e non di certo solo per gli scandali sessuali. Le donne italiane si collocano tra gli ultimi posti in Europa per libertà e condizioni di vita, soprattutto in un quadro in cui il governo combina l’adesione incondizionata all’integralismo cattolico con quella ai dogmi del liberalismo sfrenato.

La direzione politica di Berlusconi è stata artefice feroci leggi che agiscono sul corpo delle donne, vittimizzandolo e stigmatizzandolo: la 40 sulla fecondazione assistita, l’abrogazione della legge contro la pratica delle dimissioni in bianco, che consente il licenziamento delle lavoratrici in gravidanza, l’aumento dell’età pensionabile sono solo alcuni esempi eclatanti delle politiche messe in campo dal Governo. Continued…

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