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13 febbraio: le piazze degli ombrelli rossi!

da Femminismo a Sud

Vi diamo qualche aggiornamento sulla campagna degli ombrelli rossi.

Ringraziamo intanto http://valgraphicart.blogspot.com/ per averci dato in prestito questa splendida vignetta!

Vi suggeriamo di leggere ancora l’appello “Noi vogliamo tutto!” (Leggi e per aderire scrivi a ombrellirossi@grrlz.net). Faremo presto un elenco delle adesioni e pubblicheremo i messaggi che ci stanno inviando. Alcuni potete già leggerli tra i commenti di un altro post.

Leggi ancora il comunicato del Comitato per i diritti delle prostitute.

Le città in cui ci saranno spezzoni critici con gli ombrelli rossi (fino ad ora) sono:

Roma, Milano, Palermo, Pisa, Bologna, Firenze, Torino, La Spezia, Napoli, Empoli. Per ora, luogo, link con info e aggiornamenti seguite la colonna a destra di questo blog.

E’ stata attivata una pagina facebook per chi frequenta il social network, dove potrete trovare aggiornamenti e info.

Donne, uomini, femministe, sex workers, disertori del patriarcato, vi invitano a scendere in piazza e a seguire gli ombrelli rossi.

Posted in Adesioni, Manifestazione.


Se non ora, quando? SEMPRE – Per una proposta (de)costituente di genere

da Lab Suigeneris

Riflessioni sulla giornata del 13 febbraio

La presenza delle escort ad Arcore e il comportamento del presidente del consiglio hanno sicuramente fatto scandalo a livello di senso comune, senza tuttavia dare un inizio ad un’analisi più profonda in cui venga mostrato come non sia l’atteggiamento machista di Berlusconi a  poter essere in sé classificato come scandalo, ma che lo diventa se contestualizzato in un preciso ambiente culturale e sociale. Un ambiente dove, da quindici anni a questa parte, il corpo femminile viene mercificato attraverso l’imposizione di una cultura in cui sembra normale che una donna seminuda e sensuale debba invogliare a comprarci una macchina costosa in tempo di crisi, come se rappresentasse il premio che ci spetta per aver fatto questa grande spesa.

La vicenda berlusconiana non è quindi una caso singolo ed eccezionale, ma è il diretto prodotto di questo tessuto socio-culturale in cui il corpo viene visto come un oggetto che può essere ceduto in cambio di favori, che sia l’entrata in un’istituzione pubblica o una telefonata in questura, poco cambia. Fatto sta che il corpo femminile passa da un piano strettamente privato ad una dimensione pubblica di spettacolarizzazione, nella quale vengono imposte delle vere e proprie norme riguardanti la gestione dei propri desideri, degli affetti, della sessualità.

Contrariamente a quanto sostiene l’opinione mainstream questo biopotere, che si esprime nel controllo della vita in generale, investe anche il genere maschile e il rapporto uomo-donna attraverso l’imposizione del modello dell’uomo tipicamente eterosessuale e predominante, che deve trattare come un oggetto le donne, dimostrando tutta la sua virilità da super-prestazione. Continued…

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La grande beffa: sante, puttane e i giochi del potere

La grande beffa. Sessualità delle donne e scambio sessuo economico.

Il titolo del libro dell’antropologa Paola Tabet, uscito nel 2004 per i tipi di Rubbettino, sembra poter circoscrivere in due espressioni lapidarie quanto sta ribollendo in questi giorni caldi di dibattito intorno all’appello di molte donne italiane per la manifestazione del prossimo 13 febbraio.

Sessualità delle donne e scambio sessuo-economico: l’oggetto dell’indignazione, o di una più riflettuta critica, suscitata dagli eventi della politica in stile Arcore, l’esposizione ossessiva del corpo femminile in cambio di denaro e possibilità di accesso alla sfera maschile del potere.

La grande beffa: ovvero il sentimento che molte/i di noi percepiscono nel vedere esplodere la protesta delle donne solo ora, nella forma di uno sguardo miope e strabico che etichetta tutto ciò come un fenomeno anomalo di prostituzione che deve essere isolato dalla politica, quella seria.

Vale la pena rispolverare gli scaffali di biblioteche e librerie per capirne di più. La tesi centrale del libro di Tabet mostra infatti come le relazioni sessuali implicanti un compenso, tradizionalmente associate alla figura della prostituta, siano in realtà una costante dei rapporti tra i due sessi. Continued…

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Video intervista ad Alisa Del Re

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Costruiamo lo spezzone critico

Questo blog raccoglie contributi, idee, suggerimenti per la realizzazione dello spezzone critico di ombrelli rossi a Pisa. Lo spezzone lo costruiamo insieme. Del materiale per pubblicizzarlo è già pronto, scaricabile e stampabile nella sezione Propaganda, Scarica, stampa e distribuisci il materiale promozionale per la manifestazione!

NON DIMENTICARE L’OMBRELLO ROSSO!

Se come singoli, collettivi, associazioni volete proporre contenuti critici o idee per animare lo spezzone scrivete a ombrellirossi@grrlz.net e ripubblicheremo sul blog!

L’evento facebook lo trovi qui: partecipa e condividi!

AGGIORNAMENTO: Domani, venerdì, ore 18, appuntamento a Rebeldía (vecchio) per realizzare lo striscione dello spezzone critico e tirare fuori idee e contenuti per animare il corteo. Ci sono già proposte su violenze e femminicidi, sfruttamento dei corpi ecc… di motivi ce n’è tanti proviamo a portarli tutti!!!

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Comunicato Comitato Donne 13 febbraio Pisa

Lunedì 7 febbraio si è costituito presso la Casa della donna di Pisa il Comitato Donne_13 febbraio-Pisa. Durante l’assemblea, molto affollata e discussa, fatto che conferma la voglia delle donne –e di molti uomini—di reagire finalmente in modo visibile, e inequivocabile, all’atmosfera sempre più opprimente di svilimento delle donne, erano presenti fra le altre le Studentesse e precarie unite contro la crisi, Arcilesbica, ARCI comitato Pisa, Laboratorio Sui generis, UISP, AOPI, Progetto Rebeldia, Mosquito,AIED, Le Grif, Donne In Movimento, BFS, CGIL  , PRC Federazione di Pisa, Rete donne Sinistra ecologia e libertà della provincia di Pisa, PD Pisa, Comitato PPOO di San Giuliano Terme…

Il Comitato è aperto a tutte le adesioni singole o collettive che vorranno pervenire.

A Pisa la manifestazione “Se non ora, quando?” che si terrà domenica 13 febbraio, partirà alle ore 14.30 da Piazza Sant’Antonio con un corteo che attraverserà tutta la città passando per Corso Italia, Ponte di Mezzo, Lungarno Pacinotti, via Santa Maria e terminerà in Piazza dei Miracoli.

Lo spirito che ci spinge in piazza tutte insieme – le adesioni ci arrivano da tutta la provincia di Pisa – non è di crociata moralistica, ma di azione politica nel senso più ampio e nobile del termine: non ci saranno slogan o striscioni di partiti o Continued…

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Corteo del 13 febbraio. Uno spezzone critico con gli Ombrelli Rossi

da Autautpisa

Lunedì 7 febbraio alla Casa della Donna di Pisa si è tenuta una partecipatissima assemblea per discutere come e con quali contenuti scendere in piazza domenica 13, rispondendo alla giornata di mobilitazione nazionale a cui l’assemblea ha deciso di aderire. Da parte di molte/i è emersa la necessità di esprimere una critica ai contenuti dell’appello ufficiale lanciato da “Se non ora quando?” non riconoscendosi nel modello di donna rappresentato, declinato in termini di relazioni familiari e di produzione di ricchezza, considerato come positivo, a fronte dell’implicito presupposto dell’esistenza di un modello di donna negativo. Né tantomeno riconoscendosi nel messaggio che lega la dignità delle donne a quella della nazione. Come espresso da alcune, questo accostamento dignità della donna-nazione, nega uno dei pilastri della lotta di liberazione delle donne, ossia quello dell’autodeterminazione, escludendo allo stesso tempo le molteplici soggettività migranti. La necessità e l’importanza di portare anche questi elementi di critica, potenti spunti di riflessione in un dibattito politico che ruota intorno ai diritti delle donne, ma che spesso non entra nel merito di specificare a quali diritti e a quali donne faccia riferimento, hanno contribuito a lanciare anche a Pisa la costruzione di uno spezzone critico. Continued…

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La rivista il Mulino: Prostitute, amanti, protette

Giulia Garofalo, 31 gennaio 2011

L’acquisto e la vendita di sesso non sono cosa rara, non solo in Italia, ma in tutti i Paesi europei, come ad esempio la Germania e il Regno Unito, che pure dall’Italia si distinguono, fra l’altro, per il basso livello di corruzione, l’accountability della classe politica e l’esistenza di meccanismi funzionanti contro la discriminazione e l’harassment delle donne nei luoghi di lavoro – soprattutto se sono luoghi dove si producono valori pubblici, come è il caso dei media e della politica. In altre parole, la prostituzione è cosa distinta dall’intrigo illecito di scambi in cui è immerso il nostro presidente del Consiglio. Nel criticare Silvio Berlusconi, e le persone – donne e uomini – che con lui fanno affari, occorre essere attenti a non confondere i piani di analisi. Uno dei rischi è quello di riprodurre lo “stigma della prostituzione”, ovvero quell’insieme di opinioni, comportamenti, leggi che isolano, discriminano e puniscono chiunque scambi il proprio sex work in maniera esplicita contro denaro. Come affermato fin dagli anni Ottanta dalle organizzazioni delle-dei sex workers (in Italia dal Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute), e come ormai ampiamente documentato dalla ricerca (si vedano ad esempio i molti lavori dell’antropologa Laura Agustín), le forme di questo scambio sono molte e diverse per regole e organizzazione, così come diversi sono i servizi offerti, che possono andare dai più “normali” ai più “creativi”. Prostituzione di strada, escorting, lavoro in appartamento sono solo alcuni esempi. A seconda dei valori che ci sono più cari, tenderemo a condannare alcune forme e forse non altre. Per esempio, chi tiene al molto citato “decoro” potrebbe essere felice di vedere criminalizzate (ed espulse se straniere) le donne e le trans che lavorano in strada, come prevede il disegno di legge Carfagna, e come già fanno negli ultimi anni molte amministrazioni comunali di destra e di sinistra. Preferirà l’idea di pratiche discrete e luoghi nascosti. Preferirà però per lo più non parlare seriamente di chi, come tutte le lavoratrici del sesso in Italia (comprese quelle che lavorano con clienti ricchi), può sì in teoria lavorare (se è di cittadinanza europea), ma in compenso è resa invisibile nel dibattito pubblico, non è credibile di fronte alle autorità di polizia e giudiziarie, è punibile se lavora con altre colleghe, se si fa pubblicità, se impiega una segretaria, è sfrattabile se lavora in una casa che affitta, è ricattabile se ha anche un altro mestiere, è costretta a una vita di sotterfugi e bugie se vuole evitare che le siano tolti i figli, o il suo compagno arrestato. E la lista non è affatto completa. Continued…

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Le contraddizioni e il no alla crociata

da Corriere della sera

Maria Nadotti
07 febbraio 2011

Ricevo da più fonti, a sciame, attraverso gli effimeri e non sempre aggreganti canali di Internet un Invito alle donne italiane a partecipare ad una giornata nazionale di mobilitazione domenica 13 febbraio 2011. Si intitola «Se non ora, quando?» e porta firme eccellenti e curiosamente trasversali, da Rosellina Archinto a Giulia Bongiorno, da suor Eugenia Bonetti a Margherita Buy, da Livia Turco a Emma Fattorini, da Inge Feltrinelli a Natalia Aspesi, da Susanna Camusso a Claudia Mori, da Gae Aulenti a Valeria Parrella. Poiché ogni segno di vitalità civica merita attenzione, l’ho letto con cura e disponibilità a «mobilitarmi». E così, a modo mio, mi mobilito, chiosando e segnalando quel che di questo «appello all’indignazione attiva» mi sgomenta, mi disturba, mi offende. Rivolgo dunque alle firmatarie e alle donne che hanno sottoscritto il loro appello un paio di domande il cui fine non è sabotare la loro iniziativa, ma renderla più trasparente, meno ecumenica e universalistica, più situata. Quando qualcuno ci chiede di riconoscerci in una proposta, in una parola d’ordine, in uno slogan, anche solo in una giornata di tardo inverno all’insegna dello sdegno, il minimo che possiamo fare è chiederci chi si indigna per cosa, contro chi, e perché proprio ora. E, soprattutto, se può parlare anche a nome nostro e transitoriamente rappresentarci, saturando lo spazio mediatico e l’arena politica. Continued…

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Considerazioni sul Rubygate

da Quaderni Viola

lunedì 31 gennaio 2011

di Lidia Cirillo

Le vicende legate al Rubygate possono essere commentate da vari angoli di visuale. Franca D’Agostini, filosofa della scienza, lo ha fatto perfino dal punto di vista del logos, analizzando gli pseudo-ragionamenti e le procedure argomentative dei difensori di Berlusconi, giornalisti sul suo libro paghe o persone da lui elevate agli alti ranghi delle istituzioni.

Qui vale invece la pena di soffermarsi su alcuni aspetti del rapporto tra governo e opposizione e sulla discussione che le avventure sessuali del premier hanno aperto nel femminismo.

E’ evidente che Berlusconi è diventato un personaggio scomodo per gli stessi che lo hanno sostenuto e hanno ricevuto benefici dalla sua gestione del potere politico. Un leader che non alimenti un clima di belligeranza totale, non compromesso con la giustizia, con una vita privata più morigerata e con un’immagine meno folkloristica agli occhi del resto del mondo, sarebbe certamente preferibile per le élites economiche di questo paese.

Non da ora ma da sempre la preferenza dei possessori di ricchezze andrebbe a qualcosa di simile a una destra liberale, in un contesto di democrazia formale e con la mediazione di servitori dello Stato disponibili a ritirarsi, dopo aver prestato il loro contributo allo sfruttamento e all’estorsione di pluslavoro. Questa aspirazione si è realizzata solo in casi eccezionali, e comunque mai in tempi di crisi, perché non risolve il problema fondamentale del consenso. Insomma finché Berlusconi lo garantisce, sia pure a suo modo, difficilmente il padronato vorrà o potrà liberarsi di lui. Marcegaglia ha chiarito bene la posizione della sua parte sociale, quando a una domanda di Fabio Fazio in un programma di intrattenimento televisivo ha risposto: un nuovo primo ministro sì, ma solo dopo le elezioni, cioè solo dopo la verifica del consenso che ciascuno schieramento raccoglie.

Poiché è difficile che il presidente del Consiglio getti la spugna ed è facile invece che abbia deciso di vendere cara la pelle, la sua vita o la sua morte dipendono dall’incerto passaggio delle prossime elezioni politiche, in cui egli avrà carte migliori da giocare rispetto ai suoi avversari, prima di tutto l’uso dei media. Non si tratta di arrischiare un’incauta profezia sull’immortalità politica di Berlusconi, che potrebbe alla fine essere travolto dalla sua imprudenza e impudenza. Si tratta di non dimenticare ciò che l’opposizione parlamentare sembra aver rimosso e cioè che esiste una condizione sine qua non per sostituire un governo con un altro, almeno finché una democrazia formale continua a esistere. Continued…

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