da Testo Yonqui di Beatriz Preciado
Qualche codice semio-tecnico della femminilità:
“Piccole donne, il coraggio della madre, la pillola, cocktail stracarico di estrogeni e di progesterone, l’onore delle vergini, la Bella addormentata nel bosco, la bulimia, il desiderio di bimbo, la vergogna della deflorazione, la Sirenetta, il silenzio di fronte allo stupro, Cenerentola, l’immoralità ultima dell’aborto, i dolci, saper fare un buon pompino, il Lexomil, la vergogna di non averlo ancora fatto, Via col vento, dire no quando si vuol dire si, restare a casa, avere delle piccole mani, le ballerine d’audrey hepburn, la codeina, prendersi cura dei capelli, la moda, dire si quando si vuol dire no, l’anoressia, sapere tra sé che chi ti piace veramente é la tua amica, la paura di invecchiare, la necessità di essere costantemente a dieta, l’imperativo della bellezza, la cleptomania, la compassione, la cucina, la sensualità disperata di Marylin Monroe, la manicure, non far rumore quando cammini, non far rumore quando mangi, non far rumore, il cotone immacolato e cancerogeno del tampax, la certezza della maternità come legame naturale, non saper urlare, non sapersi battere, non saper uccidere, non sapere troppe cose o saperne molte ma non poterlo dire, saper attendere, l’eleganza discreta di Lady D., il prozac, la paura di essere una cagna in calore, il valium, la necessità del tanga, Continued…
Si è parlato tanto di strumentalizzazione delle donne per questa manifestazione, delle loro vite, dei loro corpi, delle loro scelte e desideri. Abbiamo ribadito che scendiamo in piazza non per fare un favore ai partiti o ai giornalisti che vogliono fare la crociata anti-berlusconiana nascondendosi dietro le donne, ma per essere noi tutte e tutti le/i prime/i a dire cosa vogliamo e a portare avanti le nostre rivendicazioni con la nostra voce. Questa vicenda ci pone di fronte alla necessità di identificare e smascherare chi usa l’antisessismo per nascondere e dissimulare le relazioni e le dinamiche patriarcali che li riguardano, fenomeno che si presenta non solo nelle istituzioni politiche, religiose ed economiche, ma anche dentro i movimenti: autoritarismo, gerarchie di potere, consenso acquisito tramite l’imposizione del proprio pensiero o delle proprie pratiche. È molto frequente che l’autorevolezza e la fiducia vengano attribuite a persone il cui atteggiamento e le cui idee corrispondono a quelle che una società maschilista si aspetta dagli uomini. Quanti di noi ricordano assemblee dove qualcuno voleva convincere gli altri delle proprie proposte usando un linguaggio arrogante e degli atteggiamenti, modi di gesticolare e d espressioni, che richiamavano alla figura del “capo popolo”. Questo confonde il compito principale di un’assemblea che dovrebbe discutere tutte le proposte per poi scegliere il punto di vista emerso dalla discussione. Chi invece perpetra atteggiamenti di potenza contribuisce al mantenere le assemblee, i gruppi e le lotte come spazi gestiti da rapporti di forza e velleità egemoniche. L’egemonia, la logica del più forte e la figura del capo popolo, sono tutti elementi propri di una società basata sul potere, e quindi patriarcale.




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