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Corteo del 13 febbraio. Uno spezzone critico con gli Ombrelli Rossi

da Autautpisa

Lunedì 7 febbraio alla Casa della Donna di Pisa si è tenuta una partecipatissima assemblea per discutere come e con quali contenuti scendere in piazza domenica 13, rispondendo alla giornata di mobilitazione nazionale a cui l’assemblea ha deciso di aderire. Da parte di molte/i è emersa la necessità di esprimere una critica ai contenuti dell’appello ufficiale lanciato da “Se non ora quando?” non riconoscendosi nel modello di donna rappresentato, declinato in termini di relazioni familiari e di produzione di ricchezza, considerato come positivo, a fronte dell’implicito presupposto dell’esistenza di un modello di donna negativo. Né tantomeno riconoscendosi nel messaggio che lega la dignità delle donne a quella della nazione. Come espresso da alcune, questo accostamento dignità della donna-nazione, nega uno dei pilastri della lotta di liberazione delle donne, ossia quello dell’autodeterminazione, escludendo allo stesso tempo le molteplici soggettività migranti. La necessità e l’importanza di portare anche questi elementi di critica, potenti spunti di riflessione in un dibattito politico che ruota intorno ai diritti delle donne, ma che spesso non entra nel merito di specificare a quali diritti e a quali donne faccia riferimento, hanno contribuito a lanciare anche a Pisa la costruzione di uno spezzone critico.

Sul blog http://vogliamotuttopisa.noblogs.org/ verranno raccolte tutte le adesioni, sia individuali che da parte di associazioni e collettivi, per animare e riempire questa parte del corteo pisano. Segue l’appello lanciato dal blog Femminismo a Sud, realizzato insieme al Comitato per i diritti Civili delle Prostitute e proposto a Pisa, durante l’assemblea alla Casa della Donna, dal Collettivo Le Grif. L’appello invita a realizzare uno spezzone critico all’interno dei cortei organizzati nelle varie città per il 13 febbraio caratterizzati dagli Ombrelli Rossi, storico simbolo del Sex Workers’ right Movements.

Se non ora quando? Sempre! Diciamo noi.

Anche a Pisa, come in molte altre città italiane, vogliamo che questa manifestazione non diventi un altro mezzo per sfruttare i nostri corpi e annullare il dibattito. Anche a Pisa vogliamo che questa manifestazione diventi un contenitore per diverse soggettività critiche portatrici di esperienze e contenuti. Anche a Pisa vogliamo dare diffusione al comunicato nazionale che più ci rappresenta, privo di falsi moralismi, nazionalismo e segregazione. Anche a Pisa vorremmo che questa manifestazione divenisse un punto di partenza per creare un nuovo spazio di discussione e di agibilità politica per realtà molto diverse tra loro ma egualmente impegnate verso la ricerca di un’alternativa, di un pensiero davvero critico. Anche a Pisa vogliamo che si scenda in piazza per ribadire che VOGLIAMO TUTTO!

Appuntamento a Pisa, 13 febbraio, ore 14.00, Piazza Sant’Antonio.

NOI VOGLIAMO TUTTO Ombrelli rossi per i diritti di tutte le donne.

Siamo donne, uomini, femministe, sex workers, disertori del patriarcato. Viviamo sulla nostra pelle l’assenza di diritti, la precarietà, la mancanza di prospettive. Vogliamo futuro. Vogliamo respirare. Vogliamo poter scegliere. Siamo tutt* egualmente consapevoli dell’esistenza di regole economiche che favoriscono i ricchi e massacrano chiunque altr@.

Siamo in vendita. Sono in vendita le nostre braccia, le nostre vite, la nostra testa, i nostri corpi.

Chi prova ad autodeterminare la propria vita diventa oggetto di repressione. Perché a pochi piace un mondo di soggetti liberi. Si preferisce invece una società di operai, badanti, schiave, precarie, disoccupati, lavoratrici del sesso, alla mercé del primo manager pronto a cancellare diritti, reddito, casa, lavoro. Nelle società decadenti, quelle in cui nessuno sa proporre una alternativa, chi ha poca fantasia ottiene potere attraverso iniziative autoritarie.

Perseguitare gli stranieri per fare finta di difendere la sicurezza economica degli italiani. Perseguitare i gay e le lesbiche per fare finta di difendere il sacro valore della famiglia. Perseguitare le donne per fare finta di difendere la continuità della specie, per fare finta di difenderne la dignità, il corpo, la vita. Perseguitare chiunque esprima un libero pensiero per fare finta di difendere i potenti che governano.

Le vittime vengono descritte come carnefici. I carnefici si autodescrivono in quanto vittime. Le donne lo sanno. Accade ogni giorno. In ogni luogo in cui un uomo uccide una donna mentre i media sono attenti a definirne la nazionalità o a giustificarlo affinché non si sappia che la violenza in famiglia è la prima ragione di morte violenta per tutte le donne. Accade negli angoli bui in cui sono costrette le sex workers. Relegate nelle periferie fredde e insicure, da ordinanze di sindaci sceriffi armati a salvaguardia del decoro e della moralità. Ed è in quegli angoli che spesso le sex workers perdono la vita, mentre i media ignorano queste morti e nei titoli pronunciano chiara la parola “prostituta” e omettono di specificare che l’assassino è un cliente. Accade alle straniere, lavoratrici del sesso, badanti, costrette ad obbedire ad un padrone, un uomo o lo Stato, per evitare di essere rinchiuse in un C.I.E.

Noi non ci riconosciamo nelle omissioni, nei moralismi, nelle bugie di chi consegna i nostri corpi autodeterminati allo Stato, alla nazione, in nome di una dignità che nessuno ci riconosce mai quando diciamo che non abbiamo patria, nazione, perché non abbiamo certezze economiche, prospettive di studio, libertà di scelta. Noi non ci riconosciamo nella chiamata alle armi per una caccia alle streghe animata da misoginia e omertà a protezione dei veri responsabili del disastro italiano. Non riuscirete a metterci le une contro le altre perché chi usa la guerra tra poveri in qualunque battaglia crea separazione sociale per dare credito a chi su quella separazione specula. Vale per quelli che istigano la guerra tra stranieri e italiani. Vale per quelle che istigano la separazione tra donne perbene e donne permale. Scendiamo in piazza anche per dirvi questo. Perché noi non vogliamo essere usat*.

Perché noi vogliamo di più. Perché noi vogliamo tutto.

Femminismo a Sud

Comitato per i diritti delle prostitute

Posted in Adesioni, Manifestazione, Pensatoio.



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